Quali documenti servono per 1 anno all’estero?

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Chi è studente e decide di fare un’esperienza nuova di lavoro o studio all’estero, deve sapere quali documenti occorrono per un anno di soggiorno.

Non solo. Trasferirsi all’estero è una scelta che va pianificata nei minimi dettagli in modo da evitare di commettere errori.

Inoltre, sono diversi i fattori che vanno valutati prima di andare a vivere in un nuovo paese. Tutto dipende da quanto tempo si intende esattamente restare. La comunità europea, ad esempio, prevede norme diverse per un soggiorno fino a 3 mesi, per uno superiore ai 3 mesi oppure per un soggiorno permanente.

Ciò perché la documentazione cambia in base al periodo di soggiorno, e diventa ancora più cospicua nel caso in cui l’allocazione sarà definitiva.

In questo articolo parleremo della documentazione occorrente fino a un anno di soggiorno all’estero per lavoro o per studio.

Soggiorno fino a 3 mesi all’estero

In quanto membro della Comunità Europea, una persona ha il diritto di intraprendere un percorso di studio o lavorativo in un altro stato membro dell’UE. Per soggiorni inferiori a 3 mesi è sufficiente un documento d’identità o passaporto valido.

Molti Stati membri dell’UE richiedono di portare sempre con sé questi documenti. Se la carta d’identità viene dimenticata, si incorrerà in una multa o in una detenzione temporanea, ma non avverrà alcuna espulsione dal territorio solo per questo motivo.

In alcuni Paesi dell’UE una persona è tenuta a dichiarare alle autorità locali la sua presenza. Naturalmente il periodo per farlo deve essere ragionevole a partire dalla data dell’arrivo. Se tale dichiarazione non viene fatta, le autorità locali potrebbero sanzionare la persona in questione.

Soggiorno superiore a 3 mesi all’estero

Se il soggiorno è superiore a 3 mesi e arriva fino a un anno, uno studente, ad esempio, può risiedere nel Paese dell’UE scelto se risulta regolarmente iscritto all’istituto scolastico e se dispone di un reddito sufficiente per vivere giornalmente senza richiedere sussidi.

Inoltre deve possedere anche un’assicurazione sanitaria completa inerente al Paese che lo ospita.

Una volta terminati gli studi, lo studente dovrà dimostrare di avere un impiego oppure di disporre della possibilità economica per sostenersi.

Se così non fosse, il rischio è di perdere il diritto di soggiorno. In questo caso, bisogna necessariamente iscriversi presso le autorità competenti, che potrebbe essere il commissariato di polizia oppure il comune.

Per l’iscrizione è necessario esibire il proprio documento di riconoscimento valido e la seguente documentazione:

  • certificato di iscrizione all’istituto di istruzione;
  • documentazione che attesti il possesso dell’assicurazione sanitaria completa;
  • documento che provi la capacità economica di mantenersi senza la necessità di sussidi, a prescindere da dove arriva il reddito.

Non dimenticare che tutti i documenti dovranno essere in lingua con una traduzione certificata.

La documentazione da fornire è tutta qui. Una volta avvenuta l’iscrizione, verrà rilasciato apposito attestato.

In questo attestato verrà confermato il diritto di soggiorno all’interno del Paese ospitante. Tale documento deve essere rilasciato subito.

E il costo? Non deve essere superiore a quello applicato per il rilascio della carta di identità ai cittadini residenti nel Paese.

La sua validità è illimitata, quindi non andrà rinnovato. L’unica cosa da fare è comunicare alle autorità locali eventuali cambi di domicilio.

Se l’iscrizione non dovesse avvenire, si può incorrere soltanto in una sanzione. Quindi, niente espulsione dal Paese.

Copertura sanitaria e assicurazione medica

Andare a vivere all’estero in un paese dell’UE significa procurarsi la documentazione necessaria per l’ottenimento dell’assicurazione sanitaria e della previdenza sociale. Entrambe sono direttamente connesse allo status economico e al luogo di residenza, ma non alla nazionalità.

Ogni nazionalità ha un regolamento diverso, quindi è opportuno rivolgersi allo sportello nazionale che si occupa di assistenza sanitaria.

In ogni stato membro dell’UE è presente un tale sportello. Qui si può eventualmente chiedere se si ha diritto a un rimborso e se i massimali sono previsti.

In quanto studente, un cittadino italiano che si trasferisce all’estero in un Paese UE per studio o lavoro, deve disporre di un’assicurazione sanitaria:

  • nel caso in cui non è lavoratore dipendente, potrà avvalersi della tessera europea di assicurazione malattia (TEAM). Deve però rientrare in una delle categorie per la quale è previsto il rilascio;
  • nel caso in cui è un lavoratore dipendente nello Stato ospitante, è obbligatoria l’iscrizione a un regime di assicurazione sanitaria locale. Ci sono alcuni dottorandi che vengono considerati alla stregua di lavoratori dipendenti e, di conseguenza, devono per forza iscriversi al servizio sanitario locale o, in alternativa, devono stipulare un’assicurazione privata;
  • se è l’istituto di ricerca o l’università che invia un dottorando all’estero in via temporanea, lo stesso dipenderà dal servizio sanitario italiano.

Chiunque si trasferisca per un anno dall’Italia in Paese UE, deve procurarsi il modulo S1 oppure la tessera TEAM.

Esistono però enti nazionali assicurativi che vanno a coprire i costi inerenti all’assistenza sanitaria all’estero per un periodo piuttosto limitato.

Ciò avviene nella maggior parte dei casi per gli studenti tra i 28 e i 30 anni, ma anche ai lavoratori che vanno all’estero per seguire un corso di formazione.

Iscrizione all’AIRE

L’iscrizione all’AIRE (Anagrafe della popolazione italiana residente all’estero) è necessaria. A tenere l’anagrafica dei cittadini italiani residenti all’estero sono i comuni, e ognuno ha la propria AIRE.

Con l’iscrizione, i cittadini italiani residenti all’estero possono usufruire dei servizi consolari, possono ottenere certificati/documenti da parte del comune di iscrizione AIRE oppure dall’Ufficio consolare competente, ma anche il diritto di voto dall’estero.

L’iscrizione all’AIRE diventa obbligatoria se:

  • un cittadino italiano vuole spostare la propria residenza all’estero per oltre un anno;
  • un cittadino italiano che è nato all’estero e da sempre è residente al di fuori del territorio italiano;
  • una persona acquisisce all’estero la cittadinanza italiana.

Qualunque cittadino italiano che intenda trasferire la propria residenza da un comune italiano a un altro all’estero, deve dichiararlo all’Ufficio consolare della circoscrizione di immigrazione entro e non oltre i 90 giorni a partire dalla data di espatrio.

Per iscriversi all’AIRE basta inviare una richiesta per posta oppure recarsi di persona all’Ufficio diplomatico consolare competente a livello territoriale. Andrà, ovviamente, compilato un modulo di iscrizione apposito.

Per fortuna, il modulo può essere reperito facilmente online accedendo ai portali Web di Uffici consolari o Ambasciate.

La compilazione del modulo è abbastanza semplice. All’interno possono essere registrati anche i nominativi degli altri membri familiari che, eventualmente, accompagneranno all’estero l’interessato.

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